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Introduzione ad Azure Cosmos DB
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Azure Cosmos DB è un servizio di database distribuito geograficamente che supporta diversi modelli di dati. Essendo un servizio, come sviluppatori non abbiamo necessità di preoccuparci di installare, configurare e dimensionare l'hardware sottostante o preoccuparci della disponibilità o del fault tolerance (se non nella configurazione dei nostri database); tutto è gestito dietro le quinte da Azure.
Cosmos DB è implementato su Azure Service Fabric e noi possiamo concentrarci sugli aspetti applicativi. Nato a partire dall'esperienza di Microsoft con DocumentDb, Cosmos DB ci consente di definire dei container di oggetti e di lavorare su queste risorse con delle API specializzate.
In particolare, ad oggi possiamo lavorare su Cosmos usando un approccio SQL, o usando il modello di API di MongoDB o Cassandra, lavorare su Azure Tables o usare un modello specializzato per i grafi (Gremlin). Qualsiasi sia il modello scelto l'infrastruttura è la stessa e ci garantisce scalabilità e disponibilità.
In questo primo articolo inizieremo con la configurazione di un account Cosmos DB, la connessione e le operazioni di lettura e scrittura usando il modello di API SQL.
Come servizio managed, Azure Cosmos DB è in grado di garantire un servizio distribuito a livello globale. In particolare:
Ora che abbiamo compreso quali sono le caratteristiche di Cosmos DB, iniziamo a dare un'occhiata a quello che ci consente di fare.
La prima cosa da fare è creare un account Cosmos DB; come per tutti i servizi Azure ci sono diversi modi di farlo: il portale, powershell e Azure CLIDa portale Azure aggiungiamo un resource group (o usatene uno esistente) e poi aggiungiamo un account Cosmos DB.
Il pane presenta pochi input: Subscription e resource group non credo necessitino di spiegazione.
Id è il nome DNS del nostro account, deve essere univoco, dai 3 a 50 caratteri (sono ammessi lettere minuscole, numeri e il carattere -).
API ci chiede di scegliere il modello di API da usare nel account. Cosmos DB ne supporta diversi, ma in ogni account se ne può usare uno soltanto.
Attualmente i modelli di API supportati sono SQL (che in precedenza era DocumentDB), Gremlin, MongoDB, Cassandra e Azure Table. Scegliamo SQL, avremo modo di parlare di altri modelli (Gremlin e MongoDB) nella seconda parte dell'articolo.
L'opzione Enable geo-redundancy, come suggerisce il nome, abilita la replica dei database su almeno un'altra regione, per iniziare potete togliere il check da questa opzione. Un click su Create e siamo ad un passo da poter creare il nostro database.
In Cosmos DB un database account gestisce uno o più database e un database, a sua volta, gestisce permessi utente e container.
I container contengono entity definite dall'utente (come per esempio dei documenti, in generale chiamati item) e altri oggetti come stored procedure, trigger e User Defined Functions (UDF).
In generale tutto ciò che si trova partendo da un account e quindi per esempio container, utenti, stored procedure, entity possono essere indicati con il generico termine di risorsa. Quindi, quello che abbiamo è una gerarchia di risorse che parte da un database account dove ogni risorsa è identificata univocamente da un URI e rappresentata da un documento JSON. Per gli item lo schema JSON non è prefissato, mentre è definito dal sistema per tutti gli altri tipi di risorsa.
La figura mostra il resource-model di Cosmos DB.
Attenzione: Questo articolo contiene un allegato.
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